Le Decorazioni

ORNAMENTI

La bussola centrale (1) è del 1830 su disegno dell’architetto Giavazzi. Sulle porte laterali sono scolpite figure di santi, sulla centrali i 4 santi martiri patroni: Ponziano papa, Valentino prete, Quirino tribuno e Flaviano prefetto.

Le bussole laterali (2) sono state eseguite nel 1962 dallo scultore bergamasco Gritti. La parte superiore è su disegno dell’architetto Degani di Milano.

confessionale

I confessionali (3). I primi quattro, da dx. verso sin. per chi li guarda, collocati in fondo alla Basilica, sono stati costruiti e disegnati da Giovan Battista Caniana nel 1721. Andrea Fantoni di Rovetta ha scolpito le cariatidi. Queste dodici mezze figure di “ termini”  secondo la terminologia dello scultore, rappresentano simbolicamente il Sacramento della Confessione e, salvo la prima scultura che non porta alcuna indicazione sul proprio retro a differenza di tutte le altre, si succedono il “ Rigore “ ( primo confessionale);  l’ “Ostinazione “, la “ Grazia “,  la “ Vera Verità “,  la “ Giustizia (secondo confessionale);   il  “ Peccato “ , la “ Penitenza “, la “ Misericordia “, Il “ Dolore “ ( terzo confessionale); l’ “ Assoluzione “, e la “ Confessione “ (quarto confessionale). Gli altri due confessionali sono opera di Cesare Zonca di Treviolo (BG), scultore del XIX sec.

Le acquasantiere (4) sono in marmo nero di Gazzaniga, opera di Alio Manfredo (1714).

I banchi dei fedeli, lungo la navata principale della Basilica sono del ‘700.

Il pulpito (5) fu innalzato con il contributo di Benedetto Giovanelli nel 1657; è in marmo nero con specchi in alabastro. Degna di nota è la barriera in ferro battuto da artigiani  locali. Sulla parte anteriore della struttura si può notare la sigla B. G. che sta per Benedetto Giovanelli, con lo stemma di famiglia.

Le 14 stazioni in bronzo della Via Crucis, appoggiate alle colonne della Basilica, appartengono a Giuseppe Siccardi, scultore bergamasco. Furono fuse nel 1935.

 

DIPINTI

Nel fondo della Basilica, sopra la bussola centrale si trova il grande dipinto, recentemente restaurato, “ Il diluvio universale “ (6) di Paolo Zimengoli, (1718) pittore veneto. La parte destra della tela nasconde quanto rimane del “Giudizio universale” che il pittore Magister Jachominus di Crema dipinse sulla controfacciata della chiesa quattrocentesca.

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Sopra la porta di laterale destra si nota “ L’adorazione dei Magi “(7) di Sante Prunati (1716), pittore veronese. Sopra la porta laterale sinistra viene raffigurato “ Il riposo durante la fuga in Egitto “ (8) opera di Antonio Balestra, (1715), pittore veronese.

 

ALTARE MAGGIOREPianta Basilica

Le balaustre (9) sono un delicato lavoro di miniatura, eseguito con accurata finezza ed eleganza sorprendente  in bronzo in stile corinzio. Dono alla chiesa dei fratelli Nicola, Andrea e Silvestro Giovanelli, furono fuse a Gandino nel 1590 da Francesco Lagostino, artista proveniente dalla Dalmazia.

I banchi dei parati (10) sul presbiterio sono attribuiti alla scuola fantoniana (‘700); sono da osservare le 19 sculture in noce, con ricca frequenza di figure simboliche. Il fogliame è opera dell’ Hillepront, intagliatore di origine tedesca.

I due inginocchiatoi (11) ai lati dell’altare maggiore, una volta riservati a persone di riguardo, sono opera di Bernardino de Scarattis (1565).

L’altare in marmo policromo (12) fu consacrato per la prima volta da Carlo Nembrini nel 1654, Vescovo di Parma, e riconsacrato nel 1933 da Adriano Bernareggi, Vescovo di Bergamo, in quanto l’altare stesso, nel 1932, fu smontato per permettere lo scavo e la realizzazione della cripta sotterranea. Nelle solennità viene rivestito di lamine d’argento che si possono vedere visitando il Museo.

I candelabri in bronzo dell’altare maggiore sono della fine del ‘600.

Il gruppo del Calvario, i portafiori, il Paliotto, la porticina del Tabernacolo, le due lampade (il tutto in bronzo), dell’altare maggiore, sono stati disegnati dall’ingegnere Luigi Angelini. All’esecuzione hanno collaborato gli scultori bergamaschi Siccardi, Bonizzi, Marilgiani, Minotti e Ajolfi. Tutte le opere sono del 1929.

Il Coro (13) è costituto da 25 stalli inlegno di noce, ornati con 52 puttini e 25 testine di angeli in tre ordini: il primo con angioletti sotto le medaglie, il secondo con puttini sulle lesene divisorie degli stalli, il terzo con puttini sulla cimasa. Degli di rilievo sono i 25 medaglioni sopra gli stalli, raffiguranti i momenti salienti della vita della Madonna. Il tutto è di scuola fantoniana, ( ‘700) tranne il fogliame che è opera dell’ Hillepront.

 

Le casse dOrganoell’organo (14) sono costituite da una sequela di angioletti, strumenti musicali, festoni, ciondoli, ecc. e di maestose statue sulle cimase. La cassa dell’organo verso il campanile, così come le due cantorie, sono opera di Andrea Fantoni (1718)  ; invece la cassa dell’organo di destra è di Hillepront (1720).

 

L’organo è opera di Adeodato Bossi Urbani ( 1858).

Le due vetrate (15) dell’altare maggiore, così come la centrale sulla facciata della Basilica, sono state realizzate in Germania, su disegno dell’architetto Virginio Muzio.

La magnifica ancona centrale (16) è formata da 4 colonne elicoidali di marmo occhiolino, con statue di legno. Fu commissionata dalla famiglia Dal Negro nel 1709. L’opera fu creata da Andrea Fantoni.

La pala antica, raffigurante la Madonna Assunta, ora nel Museo, è stata dipinta nel 1609 dal pittore veronese Alvise Benfatto ( 1569 – 1609) detto “ Dal Friso “, artista che ha lavorato molto anche a Venezia.

L’attuale pala che raffigura la Madonna Assunta con i 4 SS. MM. Patroni del 1924, è opera del pittore gandinese Ponziano Loverini (Gandino 1845 – 1929), su commissione di Don Battista Ongaro, sacerdote locale. La figura di S. Ponziano papa, quella in primo piano a sinistra, non è altro che l’autoritratto del pittore. I paramenti indossati da S. Ponziano  e S. Valentino si possono ammirare da vicino nel Museo della Basilica.

PaleI due grandi quadri

ai lati dell’altare maggiore, recentemente restaurati, rappresentano: quello a sinistra (17) la nascita della Vergine Maria; quello a destra (18) il Transito della Vergine. Ambedue sono opera del pittore Giacomo Ceruti, detto “ il Pitocchetto “ (1743).

 

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Affresco alla sommità della cupola ottagonale che forma l’ampio spazio centrale della Basilica